ALTERNE DERIVE DI LÀ DALL’ORIZZONTE

La copertina

SINOSSI DEL LIBRO:
Un incessante contrappunto, in bilico tra ricordi reali e vissuto immaginario, attraversa di slancio vari campi operativi: fotografia, architettura, giochi strategico-geometrici, scenografia, pittura, scienza della rappresentazione.
Spiando i nascosti legami fra improvvisazione e rigore procedurale, le tante tavole a colori, ecletticamente differenziate e tutte di mano dell’autore stesso, ci guidano entro varchi segreti, gremiti di scenari onirici, astuzie geometriche, intime riflessioni, ironici autoritratti e architetture di fantasia.
Narrate in prima persona ed esposte in quattro capitoli, le animate vicende che impegnano il protagonista inclinano all’ibridazione tra l’invenzione fantastica e gli esperimenti tecnico-applicativi condotti in vari settori della Geometria. In ciascun capitolo le illustrazioni, fortemente connesse al racconto, si caratterizzano in modo differente da quelle delle altre sezioni e la loro realizzazione spazia tra fotografia, disegno a matita, computer-grafica (anche in 3D) e acrilico su parete.
1.  Il primo capitolo, che evoca in parte la sceneggiatura d’un fumetto, si muove in modo ondivago fra i temi del sonno e del dormiveglia, avvalendosi d’un cospicuo corredo fotografico a colori;
2.  Il secondo descrive la revisione finale d’un manoscritto tecnico da parte del proprio autore prima del suo invio a un editore; questa è però inframmezzata da fasi di meditazione, di ricordo e di sogno (e vi è incluso il testo integrale del manuale, corredato da tutte le relative illustrazioni);
3.  Nel terzo il protagonista, durante un’intera notte, vaga per il Centro Storico di Roma in preda a un assurdo quanto seducente stato allucinatorio, del quale alla fine scoprirà l’insospettabile, sorprendente rigore logico (e anche qui è inserito un vero e proprio Manuale Tecnico illustrato sulla Prospettiva Inversa);
4.  Il quarto capitolo, infine, narra alcune intriganti e paradossali esperienze, in parte reali e in parte di fantasia, vissute dal personaggio principale durante le proprie attività lavorative o amatoriali (e pure in questo caso il racconto è copiosamente provvisto di tavole tecniche a colori).
IN REALTÀ QUESTO LIBRO NON È CHE LA RIUNIFICAZIONE DEI QUATTRO PRECEDENTI RACCONTI IN UN UNICO TESTO TECNICO-NARRATIVO.
TRAILER:
(Esteso)
(Intermedio)
(Ridotto)

INTERVISTA

  • Il libro Alterne derive di là dall’orizzonteriunisce i testi di quattro tuoi racconti fantastici pubblicati di recente con un altro editore. Perché associarli in forma di capitoli in una narrazione unitaria?

Benché le quattro vicende siano strutturate in modo differente, hanno elementi che fin da principio hanno manifestato la propria vocazione all’associazione reciproca: tutte e quattro sono narrate al presente ed in prima persona, tutte e quattro descrivono, tra altre cose, frammenti di sogni o “immagini mentali” e tutte e quattro sono ripartite in micro-episodi, ciascuno con un suo titolo. Ma soprattutto in tutte e quattro la caratterizzazione psichica del protagonista narrante è sostanzialmente identica. Non a caso al personaggio principale ho sempre voluto attribuire il mio stesso nominativo sebbene, beninteso, il libro non è affatto un’autobiografia.

  • La prevalenza numerica delle pagine dedicate alle illustrazioni a colori rispetto a quelle riservate al testo scritto farebbe supporre che in te prevalga la figura del creatore visuale piuttosto che quella dello scrittore. È così?

La mia formazione scolastica, quella lavorativa e quella amatoriale sono quasi sempre state centrate sulle Arti Visive: ho svolto le attività di pittore, grafico, illustratore, arredatore, insegnante di Storia dell’arte, di Geometria Descrittiva e Disegno Geometrico, ma anche quella di inventore di giochi strategici e topologici. Solo recentemente ho scoperto la mia vocazione narrativa, e in modo imprevisto e fortuito: un acuto e protratto stato di insonnia seguito a un ricovero ospedaliero mi ha indotto a “inventare” una successione di sogni immaginari e a raccontarli per iscritto a scopo auto-terapeutico. In questo modo è nato il mio primo racconto fantastico, che coincide col primo capitolo del libro. Le sue sezioni narrative sono però nate in parallelo con le rispettive illustrazioni e con le didascalie corrispondenti, in una sorta di improvvisazione multimediale che fin dall’inizio ho usato per una serie di auto-ironici messaggi inviati ad amici e parenti via WhatsApp.

  • Mettiamo per un attimo da parte la cospicua componente figurativa del libro. Anche la sua sola sezione letteraria appare subito di ardua classificazione: parti di racconto fantastico si avvicendano di continuo con inserti tecnico-manualistici, e vi compaiono anche ricorrenti fasi d’introspezione autobiografica o di riflessione saggistica. Come mai un’ambiguità così pronunciata rispetto alle consuete categorie editoriali?

Dopo la pubblicazione del primo racconto breve mi sono subito reso conto che questo tipo di attività, da me già condotta in modo alquanto ibrido, ben si sarebbe prestata a soddisfare un mio antico desiderio di cui avevo sempre rinviato la realizzazione: rendere ufficialmente noti i risultati di alcuni miei studi geometrici che ritenevo potenzialmente interessanti soprattutto per chi si occupa di Architettura, Ingegneria e Arredamento, ma forse anche per chi coltiva altre discipline tecnico-scientifiche. Ho così ideato il mio secondo racconto “Manuale estemporaneo di geometria irrequieta”, che espone, all’interno di un’eterogenea sequenza di episodi fantastici, il mio lavoro giovanile sull’Equidecomposizione Geometrica di Figure Piane e Solide. Ho attribuito a questo secondo racconto la formula del “libro nel libro” inserendovi per intero un manuale tecnico con tutte le sue illustrazioni. Pubblicato questo nuovo libro, ho voluto compiere un esperimento analogo col mio successivo lavoro su “Prospettiva Inversa e Illuminazione Avvolgente”, che però necessitava di aggiornamenti e ritocchi. Stavolta ho optato per un impianto narrativo più ordinario, separando nettamente il racconto e il manuale e dando alle stampe “Eclissi totale su uno scenario inverso”. Infine ho concepito l’ultimo dei quattro libri nella forma d’un taccuino d’appunti anziché riproporre la formula del racconto breve. Ciò m’ha permesso di frammentare l’insieme in contenuti e forme diverse, disarticolando stavolta il risultato narrativo in episodi indipendenti. Al taccuino ho dato il titolo di “Evoluzioni avventate d’un compasso smanioso”.

  • Dopo il capitolo introduttivo “Piccola scorribanda notturna (senza bottino) nella macchia cieca”, così focalizzato sul tema del dormiveglia, la maggior parte del testo sembra gravitare attorno alla tua passione per la geometria, seppur trattata sotto differenti angolazioni. Perché quest’argomento ha per te tanta rilevanza?

L’ultimo capitolo mostra le ragioni, almeno quelle consapevoli, del ruolo così focale che ha avuto per me questa disciplina, ma pure ciò che intendo per sperimentazione creativa: al mio modo di praticare la materia non sono estranei fattori psicologici, istintuali o inconsci. Proprio l’apparente estraneità tra consapevolezza, razionalità e metodo da un lato ed intùito, suggestione e improvvisazione dall’altro è il vero tema del libro. La geometria, quale terreno fertile per la creatività, vi assume il comprimario ruolo di fondale scenico cangiante per l’azione degli attori.

  • Con questo libro pare di capire che si sia concluso un ciclo. Cos’hai in cantiere per il futuro?

Non sono ancora in condizione di anticipare nulla, però ho già in mente una nuova direzione da seguire. E sarà forse ancora più impegnativa.

 

RECENSIONE

su “Alterne derive di là dall’orizzonte”, opera di Duilio Carpitella

INTERNATIONAL INSTITUTE FOR ADVANCED STUDIES OF SPACE REPRESENTATION SCIENCES

Projective geometry, Descriptive geometry, Survey, Photogrammetry

ISTITUTO INTERNAZIONALE STUDI AVANZATI DI SCIENZE DELLA RAPPRESENTAZIONE

DELLO SPAZIO

Geometria proiettiva, Geometria Descrittiva, Rilevamento, Fotogrammetria

Home: Contrada Collegio Romano 1,  90017 Santa Flavia, Palermo, Italia  – Website: www.istitutorappresentazionespazio.it

Email: spacereinstitute@libero.it    –  Tel.  +39 3346128128

Nell’opera di Duilio Carpitella si passa dal sogno, dalla forma più libera e sbrigliata del contenuto mentale, alla forma più vincolata e rigorosa, al costrutto geometrico. Ma c’è una via di mezzo che abbraccia arte e scienza nelle immagini di architetture che sorprendono per la ricchezza dei colori vivaci e per la varietà delle forme che integrano superfici curve e poliedriche, nella limpidezza di uno spazio dalla luce surreale.

Surreale è anche il racconto che si alterna all’opera scientifica e su quest’ultima si pone ovviamente la mia attenzione di scienziato della rappresentazione dello spazio. Affascinante è la trattazione delle trasformazioni di una figura piana, soprattutto poligonale, in una seconda equivalente, mediante decomposizione della prima in un numero finito di parti che si ricompongono nella seconda. Altrettanto può ripetersi per le trasformazioni di solidi poliedrici in altri distinti ma aventi volume equivalente.

L’argomento più importante e originale dell’opera scientifica è tuttavia quella chiamata dall’Autore “prospettiva inversa” (o prospettiva rovesciata o anti-prospettiva). Il processo proiettivo della prospettiva “inversa” è lo stesso della prospettiva lineare, o meglio piana, per distinguerla dalla prospettiva sferica (su quadro sferico), etc.

Nel processo proiettivo che sottende la prospettiva piana si ha, come è noto, una stella di rette proiettanti, avente cioè per centro il centro di proiezione, un piano di proiezione e un corpo, un oggetto, generalmente opaco, proiettato. In prospettiva si è chiamato il centro di proiezione “punto di osservazione”, ma ciò non deve far dimenticare la presenza dell’osservatore, cioè la presenza dell’uomo che osserva sul quadro l’immagine proiettata. Generalmente in prospettiva l’osservatore ha davanti a sé, in sequenza, il centro di proiezione, il piano di proiezione e il corpo proiettato, ma se il centro di proiezione si colloca alla fine della sequenza si ha la prospettivainversa”. Questa ci permette quindi di avere delle visioni dell’oggetto che potremmo avere, speculari, con quella “diretta” solo se il corpo fosse trasparente, o come suol dirsi rappresentato “a fil di ferro”. La prospettiva inversa comprende cioè la porzione di spazio che in prospettiva diretta sarebbe racchiusa dal cono proiettante al di là del contorno apparente, permettendo di rappresentare parti estese dell’oggetto che sarebbe impossibile rappresentare in unica immagine in prospettiva diretta.

La prospettiva inversa si allontana dalla visione umana più della prospettiva diretta, che ovviamente coincide con la visione umana solo quando l’osservatore, cioè il centro del cristallino, coincide col punto di osservazione. In compenso però la prospettiva inversa, appartenendo, come si è detto, alla prospettiva piana, ne mantiene l’impianto proiettivo, che ne fa un’immagine scientifica, una rappresentazione, nel senso geometrico del termine. L’immagine è cioè geometricamente, proiettivamente, legata all’oggetto rappresentato e più immagini permettono di restituire la forma dell’oggetto e la sua posizione nello spazio.

Straordinarie sono le immagini statiche e dinamiche esposte nell’opera, frutto della prospettiva inversa, con ombre e superfici riflettenti. La prospettiva inversa, per quanto affermato, è particolarmente indicata in tutte quelle discipline dell’universo scientifico in cui si voglia, o si debba, mettere in evidenza il legame spaziale fra parti di un corpo che non è possibile rappresentare in un’unica immagine nella prospettiva diretta o in proiezioni parallele. L’uso dunque si estende dall’architettura, dall’ingegneria, alle discipline in cui vanno rappresentati oggetti, corpi, di modesta o piccola, piccolissima estensione, per fini scientifici o artistici, nel campo della fisica, della chimica, della medicina, della biologia, dell’archeologia, etc. 

All’opera di Duilio Carpitella va la gratitudine e l’ammirazione di tutti coloro che difendono e promuovono lo sviluppo delle Scienze della Rappresentazione dello Spazio in tutte le discipline scientifiche. La sua opera ci ricorda che la scienza non è solo quella prima parte del sapere oggetto del metodo galileiano, ma anche quella seconda parte del sapere inafferrabile che si esprime in racconto, in favola, in romanzo, quella seconda parte che spesso precede il salto del sapere nella prima. L’opera di Carpitella va infatti dall’irreale bizzarro dell’invenzione artistica al reale serio e ordinato della costruzione scientifica. Nulla di tutto ciò sorprende, non tanto perché chi scrive queste righe è anche conosciuto come artista, come il logo dell’Istituto ricorda, ma perché la storia mostra che la capacità di rappresentare, di creare, dell’essere umano si esprime sempre con la presenza nella stessa persona delle due forme di espressione, scientifica e artistica.  Dalle tele di Leonardo al violino di Einstein. Anzi, questa presenza è la prova della grandezza dell’ingegno umano.

Giuseppe Maria Catalano

Palermo, 14 febbraio 2023

 

PRESENTAZIONE del Libro presso lo Stand L25 (Editori Veneti) della FIERA DELLA PICCOLA E MEDIA EDITORIAPIU’ LIBRI PIU’ LIBERI di Roma (alla “Nuvola” di Massimiliano Fuksas all’EUR) – 8/12/2023

https://drive.google.com/file/d/1emw1AhSMipSM9ODyl86Li43Rt-bcv-vk/view?usp=sharing