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“ECLISSI TOTALE SU UNO SCENARIO INVERSO” – Racconto fantastico breve

RACCONTO BREVE

Un logorante lavoro occasionale estivo provoca a uno studente romano di Architettura un disturbo visivo che finisce per sconvolgere i rapporti spaziali abituali tra tutto ciò che gli sta attorno. Allarmato da questo stato allucinatorio, ma attratto dalle nuove sembianze assunte dagli scenari a lui familiari da sempre, s’avventura tra i più intimi vicoli della città, imbattendosi in presenze e situazioni inattese o grottesche, ma soprattutto subendo una sequenza di paradossi percettivi, di certo dovuta al proprio malessere, che però pare avere una sua segreta (benché folle) coerenza logica. Il sospetto di non essere la sola vittima di quest’assurda condizione e il timore che essa sia permanente lo indurrebbero a chiedere aiuto ad altri, ma la certezza di non esser creduto lo spinge alla stesura d’un testo illustrato con cui poter esibire i connotati della sua inaudita visione della realtà, mettendolo in grado d’esser finalmente compreso e magari soccorso. L’itinerario tortuoso del protagonista, che attraversa alcuni scenari tipici del Centro Storico romano, ed il suo successivo ricorso alla propria attrezzatura grafica lo conducono verso la scoperta dell’insospettato rigore e del conturbante fascino del suo privato affanno visuale.

Nel settore editoriale, l’aspirazione al superamento delle lontananze che si percepiscono consolidate, come quella fra il genere narrativo-fantastico e la categoria della manualistica disciplinare, può forse accompagnarsi facilmente all’ingenua ambizione a colmare la distanza, ritenuta ben più emblematica e siderale, frapposta tra una formazione scolastica d’impronta umanistica e una orientata a contenuti scientifico-tecnici. La sfida, comunque, appare intrigante.

La scelta d’una tematica dalla vocazione così spiccatamente visionaria come quella della ‘Prospettiva Inversa’ (o ‘Prospettiva Rovesciata’, o ‘Anti-prospettiva’) genera infatti in modo pressoché irresistibile la tentazione d’azzardare un balzo tanto temerario. Si può quindi incorrere nella discutibile idea di camuffare il sobrio Quaderno Didattico per il quale cotanto ascetico impegno era stato profuso, facendogli assumere le fattezze d’una piacente narrazione di vicende paradossali e fenomeni allucinatori, magari insaporita da ambigui spunti autobiografici, nonché da spiegazioni inattendibili degli stessi eventi da parte del protagonista del racconto, finendo oltretutto con l’attribuire al libro stesso un titolo sadicamente ermetico: “Eclissi totale su uno scenario inverso”.

Scorrendolo, però, quello che mostra d’essere il vero centro d’attrazione è l’autentico Prontuario Tecnico sull’uso della Prospettiva Inversa e sull’applicazione dell’Illuminazione Avvolgente (con cui la prima è intimamente imparentata): esso occupa l’intera sezione finale del testo. Qui, infatti, l’avventura del personaggio principale del racconto, uno studente romano d’Architettura, si considera già sostanzialmente conclusa, così come la nottata nel corso della quale i curiosi fatti narrati hanno avuto luogo. Proprio in questa sezione, che impegna più della metà delle pagine complessive, le procedure grafiche che caratterizzano i due citati metodi descrittivi sono esposte con dovizia di illustrazioni a colori (figg. 1-12).

In ogni caso, per essere apprezzato, il rigore che qualifica la Prospettiva Inversa richiede un accenno alle potenzialità del metodo e ai suoi specifici vantaggi descrittivi nei confronti dell’ordinaria Prospettiva Lineare o delle tradizionali Proiezioni Parallele (Assonometrie e Proiezioni Ortogonali), ma anche ai corrispondenti limiti applicativi, dei quali il testo non fa affatto mistero.

Peraltro è da rilevare che, procedendo attentamente nella lettura del Prontuario Tecnico, certe anomalie visive, che scorrendo la sezione fantastico-letteraria del libro sarebbero potute apparire come discutibili astrusità dovute all’esasperazione creativa d’uno scrittore in crisi d’autocontrollo, invece si rivelano pian piano frutto d’un approccio vigile e sistematico a tutti gli aspetti di questo modo di rappresentare la realtà così astratto. E non pochi episodi narrativi conducono per mano il lettore fin sul ciglio d’eventualità percettive che, a dispetto delle loro sembianze surreali, si rivelano invece illuminanti paradossi atti a condensare in immagini rivelatrici le successive argomentazioni manualistiche. Basti citare i loro titoli: ‘Voragine’, ‘Assenze’, ‘Angelo’, ‘Pompieri’, ‘Interno’, ‘Riflessione’ e ‘Giorno’. Così si scopre che quei brani hanno un ruolo decisivo anche ai fini d’una più completa comprensione e visualizzazione interiore, mentale, delle potenzialità formali del metodo, perseguendo un fine ben più pregnante che non quello d’offrire un mero appiglio di natura divulgativa a un testo che, per sua natura, sarebbe riservato a chi approfondisce una disciplina tecnico-scientifica.

Il tema dell’utilizzo in campo artistico, ornamentale o tecnico-utilitario di un’alternativa ‘inversa’ alla Prospettiva Lineare, la ‘Prospettiva Rovesciata1, è andato emergendo fin dalla fine degli anni ’10 del secolo scorso in relazione alle prassi formali talvolta praticate nei secoli XIV e XV dai grandi maestri russi nel campo delle Icone Sacre.

Prescindendo da ogni considerazione circa intenzionalità o potenzialità simboliche nell’impiego d’una tale alternativa, risulta che studi sistematici orientati a definire procedimenti grafici rigorosi su cui fondare l’applicazione pratica di questo tipo di rappresentazione dello spazio reale per operazioni di natura utilitaria e/o espressiva non sono stati finora né tanto praticati né diffusi, se non relativamente a pochi esempi, e comunque con esiti alquanto minimali o approssimativi.

Eclissi totale su uno scenario inverso” intende quindi affrontare l’argomento della Prospettiva Inversa con la volontà sia di chiarire in modo semplice ed efficace quali siano i presupposti logico-teorici del procedimento, sia d’illustrare, passo per passo, la sequenza delle operazioni grafiche da seguire, sempre e comunque derivate da quelle corrispondenti della Prospettiva Lineare, per eseguire qualunque rappresentazione di questo tipo.

Vi è anche esposta una procedura grafica che, seppur originariamente elaborata nell’ambito della Prospettiva Lineare, è vantaggiosamente utilizzabile anche nel contesto della sua alternativa inversa. È la rappresentazione prospettica della circonferenza tramite uso delle ‘Corde Coniugate’, che permette d’individuare rapidamente in prospettiva i diametri coniugati (o, volendo, gli assi maggiore e minore) dell’ellisse che costituirà l’immagine prospettica della circonferenza, ottenendone poi tutti gli altri punti mediante le consuete procedure di costruzione geometrica dell’ellisse.

Al termine della vicenda narrata il giovane eroe, apparati grafici alla mano e affrontando le altrui incredulità, sarà infine determinato a sottoporre la sua privata e inaudita infermità visuale a luminari in grado di prestargli soccorso.

STRALCI AUDIO:

https://drive.google.com/file/d/1VLsAZ1XxR4R2CWXh9Xx7525waNRakmgw/view?usp=sharing

https://drive.google.com/file/d/1OXMbQyG9j30G_ft-GRILz-z2bUqNLdDr/view?usp=sharing

 

INTERVISTE:

Intervista su PRISMA MAGAZINE – maggio 2022 (alle pagine 60-61)

https://drive.google.com/file/d/1aN7SxW-iZjRIeTlr2XlgkvpvXiO2frBw/view?usp=sharing

 

Intervista su VoxLibri – 2021

https://drive.google.com/file/d/14lmMXjRzImbnOwhOvV4iG9cNsTKdtQ-C/view?usp=sharing

 

  1. Ci parli un po’ di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore? Sono arrivato a Roma dalla Sicilia con la mia famiglia d’origine quando avevo dieci anni. Diciassettenne, dopo aver frequentato il Liceo Artistico, mi sono iscritto alla Facoltà di Architettura, coltivando però anche la pittura, ma appassionandomi già prima della laurea a certi studi di geometria che in seguito m’avrebbero impegnato per anni. Successivamente mi sono anche occupato di arredamento, grafica e illustrazione, partecipando nel frattempo ad alcune mostre nei settori della divulgazione matematica e dell’artigianato ceramico. Ho quindi esercitato la professione di progettista in vari settori dell’arredamento, associando tale attività anche con l’effettuazione di “rendering” su incarico di altri professionisti. Più tardi mi sono dedicato all’invenzione di giochi topologici e strategici in scatola, partecipando anche con esito positivo a concorsi nel campo della progettualità ludica. Solo più recentemente, incoraggiato dai miei familiari, ho preso in considerazione l’attività di narratore, dapprima per superare, con approccio autoironico, un particolare periodo della mia vita; poi anche al fine di divulgare i risultati delle mie ricerche tecnico-applicative remote e recenti in vari settori della geometria.
  2. Nell’arco della giornata qual è il momento che dedica alla scrittura? L’attitudine alla scrittura mi si presenta in modo saltuario ed imprevedibile, senza alcuna regola apparente. Mi capita però frequentemente che l’intento stesso di esporre con la massima efficacia possibile quanto io già ho in mente solleciti l’affiorare di nuovi, imprevedibili contenuti che finiscono poi per confluire, consolidandoli, negli sviluppi dei temi.
  3. Il suo autore contemporaneo preferito? Italo Calvino. Ad una delle sue “Città Invisibili” ho anche ispirato “EUDOSSIA”, uno dei miei più riusciti giochi di strategia.
  4. Perché è nata la sua opera? In un primo momento il mio intento era solo quello di applicare in forma narrativa, ma corredata da illustrazioni esemplificative, un particolare metodo di rappresentazione della realtà tridimensionale finora quasi del tutto inutilizzato ed addirittura finora approfondito in termini molto parziali e superficiali: la cosiddetta “PROSPETTIVA INVERSA“. In un secondo tempo, a seguito di alcuni fruttuosi scambi d’idee con un mio carissimo amico e collega, il prof. Marco Sprecacenere (che ho anche inserito nel racconto come comparsa in uno degli episodi), ho pian piano modificato quel progetto iniziale dando molto maggior peso alla componente tecnico-applicativa del tema, ottenendo così un testo a suo modo nuovamente ibrido, composto per metà da una sezione fantastico-narrativa corredata da otto vedute immaginarie a colori realizzate in Prospettiva Inversa, e per l’altra metà da un vero e proprio manuale tecnico avente veri e propri intenti didattico-divulgativi di natura Geometrico-Proiettiva. Devo dire che questi due diversi “ambiti editoriali”, tradizionalmente considerati tra loro estranei, mi sembra che in questo caso siano riusciti ad integrarsi e perfino a supportarsi reciprocamente in modo soddisfacente.
  5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto? Il mio nonno materno gestiva una libreria e mio padre insegnava matematica e fisica. Io da ragazzo sfogliavo di nascosto dei volumi che i miei genitori conservavano gelosamente sotto chiave. In realtà si trattava perlopiù di testi riguardanti le Belle Arti. La mia formazione culturale s’è infatti sempre orientata di preferenza verso le Arti Visive. Un analogo sviluppo ha avuto anche la mia cultura musicale.
  6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà? Il mio racconto ha, in alcuni passaggi, un carattere ancora vagamente autobiografico e, come accadeva però in maniera più consistente nei miei racconti precedenti, sublima in chiave fantastica alcune vicende reali del mio passato.
  7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto? Qualche spunto narrativo, soprattutto quello che dà l’avvio al racconto, è estratto da vicende materialmente accadute: ho realmente passato un’estate a Trastevere lavorando come lavapiatti in una trattoria quand’ero studente. Ma la parte più significativa dell’immagine che io ho di me stesso consiste nella passione che ho per le mie personali ricerche di tipo geometrico-descrittivo; una componente a sua volta rilevante è però anche quella relativa alla costante condizione di stupore, disorientamento e necessità di riflessione che esprime il personaggio principale della vicenda (narrata, non a caso anche questa, in prima persona).
  8. C’è qualcuno che si è rivelato fondamentale per la stesura della sua opera? A parte le ripetute sollecitazioni alla scrittura da parte dei miei familiari, l’elaborazione del testo e delle immagini che lo integrano è avvenuta in modo del tutto autonomo.
  9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo? Alle due persone con cui vivo: mia moglie e mia suocera. Devo confessare che m’hanno indotto loro a pubblicare il mio racconto. In seguito mi sono rivolto anche alle mie dirimpettaie, una delle quali in passato ha svolto l’attività di correttrice di bozze.
  10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’ebook? Penso che le esigenze e gli orientamenti differenziati del pubblico andrebbero assecondati con l’offerta variegata dei canali disponibili, perlomeno fino a quando non dovesse nettamente emergere una preferenza di fruizione.
  11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro? Ritengo che, seppure in espansione, sia un fenomeno destinato a rimanere di nicchia, legato a quelle persone che per le loro limitazioni fisiche o per l’esiguità del loro tempo libero possono affidare la propria fruizione solo o prevalentemente a un canale acustico. Nel mio caso specifico, però, bisogna dire che il fatto stesso che nei miei racconti siano presenti, accanto a quelle narrative, cospicue componenti manualistico-disciplinari e che la stessa sezione narrativa sia massicciamente corredata da apparati figurativi aventi a loro modo un ruolo importante di supporto al testo scritto, rende l’uso dell’audiolibro particolarmente problematico.

BOOKTRAILER

https://drive.google.com/file/d/1_7w2F0Lc6MlXjvqvDjoKpl6RxQ4oTkz-/view?usp=sharing

DOVE ACQUISTARE IL LIBRO:

https://www.booksprintedizioni.it/libreria.asp?q=Duilio+Carpitella

https://www.booksprintedizioni.it/libro/racconto/ecclissi-totale-su-uno-scenario-inverso

https://www.booksprintedizioni.it/libro/racconto/ebook-ecclissi-totale-su-uno-scenario-inverso

https://www.booksprintedizioni.it/libro/racconto/audiolibro-ecclissi-totale-su-uno-scenario-inverso

http://blog.booksprintedizioni.it/area-press/comunicati-stampa/item/6286-eclissi-totale-su-uno-scenario-inverso

http://blog.booksprintedizioni.it/area-press/comunicati-stampa/item/6286-eclissi-totale-su-uno-scenario-inverso?tmpl=component&print=1

http://www.printbook.it/libro/racconto/ecclissi-totale-su-uno-scenario-inverso

http://www.booksprintshop.it/libro/racconto/ebook-ecclissi-totale-su-uno-scenario-inverso

http://www.booksprint.it/autore/duilio-carpitella

https://www.ibs.it/eclissi-totale-su-scenario-inverso-libro-duilio-carpitella/e/9788824962933

https://www.ibs.it/eclissi-totale-su-scenario-inverso-ebook-duilio-carpitella/e/9788824962940

https://www.ibs.it/algolia-search?ts=as&query=Duilio%20Carpitella&query_seo=Duilio%20Carpitella&qs=true

https://www.mondadoristore.it/Eclissi-totale-uno-scenario-Duilio-Carpitella/eai978882496293/

https://www.mondadoristore.it/libri/Duilio-Carpitella/aut04123595/

https://www.unilibro.it/libro/carpitella-duilio/eclissi-totale-su-uno-scenario-inverso/9788824962933

https://www.unilibro.it/ebook/duilio-carpitella/eclissi-totale-scenario-inverso-e-book-pdf/42032577

https://www.librerie.coop/autori/duilio-carpitella/

https://www.libreriauniversitaria.it/libri-autore_duilio+carpitella-carpitella_duilio.htm

https://www.bookrepublic.it/ebooks/autore/duilio-carpitella/

https://www.libraccio.it/libro/9788824962933/duilio-carpitella/eclissi-totale-su-uno-scenario-inverso.html

https://www.libreriarizzoli.it/libri/Duilio-Carpitella/aut04123595/

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“PICCOLA SCORRIBANDA NOTTURNA (senza bottino) NELLA MACCHIA CIECA” – Racconto fantastico breve

PER VEDERE L’INTERVISTA: https://youtu.be/GDl-BQD1xnI

RACCONTO BREVE

Un curioso disturbo notturno si manifesta, nel protagonista di questa vicenda, con un’esistenza costantemente in bilico tra l’attività propriamente onirica e l’inconsapevole tendenza compulsiva all’effettuazione, nel sonno, di compiaciuti selfie, sempre associata all’irrefrenabile invio d’ermetici messaggi con lo smartphone.

La narrazione descrive il succedersi di circostanze enigmatiche e percezioni deliranti durante la febbrile fuga verso una meta che a ogni passo appare più oscura, in un paesaggio che, seppur variegato, è talvolta frequentato da ambigue e sfuggenti presenze umane.

Negli alterni sviluppi dell’avventura risaltano sia la tensione verso un possibile significato ultimo dell’esperienza soggettiva, sia l’urgenza di interrogativi sulla necessità esistenziale delle “condivisioni d’affetti e conflitti”, così come la dubbiosa ricerca individuale d’una congenialità del contesto vitale contrapposta all’inesorabile finitezza del tempo.

Ho voluto attribuire al libro una natura vistosamente ibrida, infatti la sua componente d’ordinaria inclinazione narrativa s’alterna in modo piuttosto serrato con quella d’orientamento fotografico che, all’interno del racconto, ha un ruolo e un’estensione alquanto rilevanti.

 

STRALCIO AUDIO:

https://drive.google.com/file/d/1AIAmmq0rMYqgpiKoCnNFw_LkVroiO1Qu/view?usp=sharing

 

INTERVISTA:

  1.  Iniziamo dall’inconsueto titolo del libro: “Piccola scorribanda notturna (senza bottino) nella macchia cieca”. Potresti spiegarne sinteticamente il significato?

Come titolo del racconto ho semplicemente adottato una delle didascalie che accompagnano le sequenze fotografiche a corredo della narrazione. Mentre con “scorribanda notturna” ho voluto alludere all’accidentato percorso affrontato dal personaggio principale del racconto nella sua affannosa ricerca d’un fantomatico “ritorno a casa”, con l’assenza di un “bottino” ho inteso suggerire il sospetto che tutto quel trafelato vagabondaggio possa poi dimostrarsi solo un “girare a vuoto”. Per quanto riguarda la “macchia cieca” ho invece preso spunto da una considerazione di carattere anatomico: tale è il nome con cui si indica una minuscola porzione del tessuto che, all’interno dell’occhio, compone la retina in corrispondenza della sua connessione al nervo ottico. Questa è infatti l’unica parte della retina che, essendo totalmente priva di recettori luminosi (coni e bastoncelli), risulta essere del tutto incapace di trasmettere alcuna sensazione di luce o colore al cervello. La cosa interessante, in relazione al titolo del libro, è che il nostro apparato neuro-percettivo pare esser capace di compensare l’assoluta cecità di quel frammento di campo visivo (la “macchia cieca”, appunto) elaborando una “percezione fittizia” in corrispondenza di quella lacuna della visione presente in ciascun occhio. Questa sensazione luminosa “illusoria” sembra basata su un’automatica “media probabilistica” fra le contemporanee percezioni luminose prodotte nell’immediato intorno della macchia stessa. Mi sono quindi ispirato a questo concetto di natura fisiologica per richiamare l’idea del sogno inteso come “visione virtuale” prodotta dalla mente, scissa dalla percezione fisica della realtà.

  1.  Questo è il primo dei tuoi racconti brevi. Se dovessi esporre a un potenziale lettore l’intento prioritario che ne ha condotto l’elaborazione, quale sceglieresti?

Inizialmente, prima ancora che mi venisse l’idea di tracciare la cronaca dell’onirico vagabondare d’un personaggio attraverso una sequenza di scenari fantastici, l’intento era solo quello di giocare in modo autoironico con la fastidiosa insonnia che, a quell’epoca, m’affliggeva da diversi mesi. Durante un mio soggiorno a Parigi avevo infatti inviato ad alcuni parenti ed amici italiani una successione improvvisata di messaggi WhatsApp, composti da estemporanei “selfie” scattati in giro per la città e corredati da didascalie allusive al tema del sogno. Soltanto in un secondo tempo è sopraggiunto il proposito, incoraggiato da mia moglie Maristella e da mia suocera Liliane, di organizzare ed estendere questo materiale di partenza, pervenendo così al progetto d’un vero e proprio racconto. Ne è derivata l’esigenza di dare alla storia una decisa impronta drammatica, imbastendo la descrizione di quel girovagare immaginario, affannoso e senza meta apparente in cui sostanzialmente consiste la vicenda: così ho voluto evocare nel lettore quello stato psichico di smarrimento che può spesso seguire il percorso di un’intera vita, specialmente quando gli avvenimenti che ci riguardano sfuggono alla nostra capacità di previsione e di controllo, o quando non riusciamo a riconoscerci nelle condizioni o nei rapporti umani che ci coinvolgono. Inoltre, il quasi ossessivo ricorso all’uso dello smartphone durante la propria odissea da parte del protagonista è un riferimento all’universale necessità di disporre di un (seppur debole) canale di contatto coi propri simili, ancorché, come nel caso del personaggio principale del libro, egocentricamente utilizzato in modo distorto.

  1.  Tutta la narrazione è espressa in prima persona, e ciò parrebbe suggerire la presenza di una volontà autobiografica. È così?

Nel libro ho molto accentuato quest’aspetto, tanto da espormi fortemente alla critica di autoreferenzialità (espressa infatti da una mia collega di lavoro). Difatti, non solo quasi tutte le foto che integrano il testo sono dei “selfie”, ma, all’inizio della storia compare un’articolata cartolina”, inviata a un generico conoscente e firmata proprio col mio nome. Del resto il senso di disagio esistenziale a cui accennavo, da me sperimentato più volte in passato, è in totale accordo con il clima del racconto.

  1.  Gli sviluppi della vicenda si integrano con una cospicua successione di immagini fotografiche. Quali relazioni hanno connesso tali due componenti durante la genesi creativa?

Un gruppo iniziale di foto, nate insieme alle didascalie a cui sono associate, è frutto di autentica improvvisazione. Queste sono le immagini inizialmente inviate tramite WhatsApp. Tutte le altre, a loro volta associate in piccoli raggruppamenti, hanno avuto, all’interno della narrazione, la funzione di supporto per delle periodiche pause basate su minuscole elaborazioni verbali dal marcato carattere ermetico ma sempre ispirate ai temi del sonno e del dormiveglia. Ciò ha anche favorito la scelta di scandire l’intero decorso del racconto suddividendolo in una successione di episodi, ciascuno composto da pochissime pagine e quanto più possibile differenziati tra loro.

  1.  La tua biografia mostra che tutte le tue precedenti attività si sono espresse in settori operativi molto diversi dall’ambito narrativo. Cosa ti ha indotto a cimentarti, stavolta, con la produzione di racconti?

In effetti la totalità delle mie passate esperienze creative non ha mai avuto alcuna relazione con la narrativa se non, nel caso dell’invenzione di giochi di strategia, per l’elaborazione delle relative ambientazioni tematiche che spesso necessitavano della sintetica descrizione di eventi fantastici. Devo confessare che lo spunto di partenza che m’ha indotto alla vera e propria scrittura d’un testo è stato offerto, come ho già detto, dall’insistenza in tal senso da parte dei miei familiari.

  1.  Che indicazioni hai tratto da questa tua prima esperienza di scrittura per la prosecuzione della tua attività letteraria?

La pubblicazione di questo primo libro m’ha subito indotto a cercare di strutturare in modo formalmente più maturo questo tipo di realizzazioni. Per raggiungere questo scopo ho ritenuto opportuno agire in modo meno improvvisato e più metodico. Nel successivo racconto breve pubblicato con BookSprint, “Manuale estemporaneo di geometria irrequieta”, ho voluto innanzitutto utilizzare la formula del cosiddetto “libro nel libro” descrivendo le fasi finali della stesura d’un testo di geometria che ne precedono la pubblicazione. Ma la cronaca di queste fasi di revisione, comprensive delle corrispondenti illustrazioni esplicative, si alterna con le vere e proprie sezioni narrative del libro, anche qui organizzate come successione di episodi che, seppur relativamente indipendenti fra loro, riprendono, variandola in parte, la tematica onirica che tanto aveva improntato la “Piccola scorribanda notturna…”. Inoltre, all’interno degli stessi episodi narrativi ricorrono, da parte del protagonista, saltuarie pause meditative inclini tanto a bilanci esistenziali estemporanei quanto a riflessioni sull’incompiutezza dei propri rapporti umani. Quest’impostazione operativa manifesta il mio obiettivo di conferire d’ora in poi alle mie narrazioni un’architettura più nitida. È quanto sto cercando di fare anche col terzo dei miei racconti brevi, tuttora in corso di preparazione.

DOVE ACQUISTARE IL LIBRO:

https://firmania.it/roma/blutopia-3262995

https://www.booksprintedizioni.it/libro/racconto/piccola-scorribanda-notturna-senza-bottino-nella-macchia-cieca 

https://www.booksprintedizioni.it/libro/racconto/ebook-piccola-scorribanda-notturna-senza-bottino-nella-macchia-cieca 

https://www.booksprintedizioni.it/libro/racconto/audiolibro-piccola-scorribanda-notturna-senza-bottino-nella-macchia-cieca 

https://www.libraccio.it/autore/duilio-carpitella/libri.html

https://www.amazon.it/Piccola-scorribanda-notturna-bottino-macchia-ebook/dp/B086BD2Y96

https://www.ibs.it/libri/autori/duilio-carpitella

https://www.ilnarratore.com/en/search-results/?action=search&productids=5661,6592

https://www.mondadoristore.it/libri/Duilio-Carpitella/aut04123595/

https://www.lafeltrinelli.it/libri/duilio-carpitella/piccola-scorribanda-notturna-senza-bottino/9788824938211

https://play.google.com/store/search?q=duilio%20carpitella&c=books&gl=IT

https://www.fnac.com/livre-numerique/a14652901/Duilio-Carpitella-Piccola-scorribanda-notturna-senza-bottino-nella-macchia-cieca

https://www.barnesandnoble.com/w/piccola-scorribanda-notturna-duilio-carpitella/1136738152

https://www.bookdealer.it/libro/9788824938211/piccola-scorribanda-notturna-senza-bottino-nella-macchia-cieca

PER VISUALIZZARE IL FILMATO:

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PER INSERIRE COMMENTI:

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